La Storia

L’Istituto Comprensivo “Lazzaro Spallanzani” nasce con l’ultimo Piano di dimensionamento scolastico del Comune di Venezia che risale al 14 gennaio 2013.

In un’ottica di miglioramento dell’offerta formativa e in risposta alle disposizioni ministeriali e regionali, l’Assessorato comunale alle Politiche educative approva il nuovo piano di riordino degli istituti scolastici comunali. Il nuovo assetto, porta alla creazione di 17 istituti comprensivi, in sostituzione dei precedenti 24 tra istituti comprensivi, circoli didattici e scuole secondarie di primo grado.

Esso prevede che all’interno di uno stesso territorio ci sia un unico istituto comprensivo che comprenda tutti i gradi dell’istruzione, dalla scuola dell’infanzia (materne), alla secondaria di primo grado (medie), passando per la scuola primaria (elementare).

L’obiettivo è quello di garantire continuità e uniformità della didattica. Ogni istituto comprensivo ha un unico collegio docenti, lo stesso per tutti i gradi di istruzione, e un’unica segreteria amministrativa.

Il programma didattico è pensato e svolto in un’ottica di continuità, alla luce delle “Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”, ex D.M. 254/2012.

All’interno di questo quadro di riferimento il 1° settembre 2013 nasce formalmente l’Istituto Comprensivo “Mestre 5” di Venezia-Mestre (sede: Scuola Secondaria di I Grado “L. Spallanzani”, Via Cima D’Asta, 8 Venezia-Mestre), formato da sei plessi:

  • Sc. dell’infanzia “Il quadrifoglio”
  • Sc. dell’infanzia “M. Margotti”
  • Sc. primaria “Jacopo Tintoretto”
  • Sc. primaria “S. Maria Goretti”
  • Sc. secondaria di I grado “L. Spallanzani”
  • Sc. secondaria di I grado “G. Bellini”

provenienti da tre Istituzioni scolastiche diverse: la ex Direzione Didattica “J. Tintoretto”, la ex Scuola Media “A. Manuzio” e l’Istituto comprensivo “S. Trentin”.

Biografie

Lazzaro Spallanzani

Nato a Scandiano (Reggio Emilia)  nel 1729, si laureò in filosofia a Bologna dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza , in un primo tempo intrapresi. Egli prese quindi gli ordini minori e dopo pochi anni fu ordinato prete. L’assistenza morale ed economica della Chiesa facilitò i suoi studi e la sua carriera fu tutta accademica. Dopo aver insegnato a Reggio Emilia al vecchio Seminario e al Nuovo Collegio ed essere stato nominato lettore di matematica applicata nella piccola Università locale, egli ebbe la cattedra di Filosofia a Modena e quindi, dal novembre 1769 fu nominato Professore di Storia Naturale a Pavia, dove si dedicò alle scienze naturali

Spallanzani fu un grande biologo e fisiologo, ma si interessò anche con perizia di geologia, mineralogia, chimica e fisica ed ebbe una grande preparazione letteraria. Le sue numerose scoperte lo fecero precursore di più di una moderna disciplina scientifica. Viene ricordato soprattutto per le sue ricerche dimostranti l’impossibilità della generazione spontanea e per quelle sulla riproduzione e sulla fecondazione. Per queste ultime mostrò la necessità del contatto intimo del liquido seminale con l’uovo e giunse alla realizzazione della fecondazione artificiale. Non meno grandi furono le scoperte sulla respirazione dei tessuti, sull’azione del succo gastrico per la digestione degli alimenti e sui meccanismi della circolazione del sangue. Morì a Pavia nel 1799.

Giovanni Bellini

Famoso anche con il nome Giambellino, Giovanni Bellini, nato a Venezia nel 1432, impara a dipingere nella bottega del padre Jacopo, pittore molto celebre a Venezia. Con lui lavora anche Gentile, il fratello maggiore, che gode a sua volta di un prestigio tale da essere inviato a Costantinopoli per dipingere un ritratto del sultano. A ispirarlo è tuttavia il cognato, il grande pittore Andrea Mantegna.

Il nome di Bellini è legato soprattutto alle bellissime pale d’altare, dipinti che erano collocati sugli altari delle chiese, dove venivano celebrati Madonne e santi. In queste pale Bellini interpreta in modo nuovo la raffigurazione di soggetti sacri che a Venezia si tramandava dall’epoca bizantina. Le figure non sono più rappresentate in rigide pose frontali, ma si dispongono nello spazio rivolgendosi tra di loro fino a costituire un ideale dialogo: nasce così il genere detto ‘della Sacra conversazione’.

Bellini diventa il pittore più famoso e ricercato di Venezia e il suo legame con la città, che non lascerà mai fino alla morte, nel 1516, è così forte che anche in alcune pale d’altare si possono riconoscere allusioni a scenari veneziani, come quando evoca in un mosaico la decorazione della basilica di S. Marco. Osserva con attenzione Venezia e forse proprio dalla sua natura di città immersa nell’acqua trae il suggerimento per una pittura dove il colore prevale sul disegno. Come l’atmosfera della laguna veneziana confonde i profili dei palazzi così la pennellata sfumata di Bellini immerge le forme in una luce diffusa e calda. Non sono le linee del disegno ma è il colore stesso che, con le sue variazioni di tono, costruisce i corpi solidi delle figure. In questo modo Bellini apre la strada al cosiddetto tonalismo veneto, uno stile che verrà reso celebre da Tiziano. Bellini dipinse una numerosa serie di Madonne con Bambino in modo sempre vivo e originale, secondo uno schema che farà da modello per tutta la pittura veneta.

Jacopo Tintoretto

Nasce a Venezia nel 1518. Il nome originale dell’artista era Jacopo Robusti, ma essendo figlio di un tintore, gli venne attribuito il soprannome di Tintoretto  che conservò per tutta la vita, per rispetto della tradizione di attribuire ai figli il vezzeggiativo della professione del genitore.

Egli, già in gioventù, cominciò a mostrare il suo talento nella pittura tanto che a quindici anni cercò di entrare nella bottega di Tiziano e quando si accorse delle grandi capacità del giovane, lo allontanò quasi subito. Nonostante questo la sua formazione è comunque vicina al tonalismo tizianesco. Fondamentale per la sua maturazione artistica è stato il contatto con al scuola di disegno fiorentino-romana del quale Michelangelo è il principale riferimento dal quale apprende il movimento dei corpi e il volume. Oltre allo studio di questi due artisti del rinascimento, egli intensifica lo studio della luce come strumento per mettere in evidenza e dare volume ai personaggi ed ha la capacità di rendere l’immagine molto teatrale e scenografica. La luce del Tintoretto evidenzia i personaggi e gli oggetti staccandoli da qualsiasi contesto reale e proiettandoli nello spazio scenografico di una fantasia che prefigura la futura sensibilità barocca. 
Successivamente diviene capo di una bottega e comincia a lavorare freneticamente per la confraternita di San Marco e per quella di san Rocco della quale diventa un pittore ufficiale.
Egli, inoltre, è un grande ritrattista e fa un uso della luce per caratterizzare la psicologia dei personaggi, che viene messa in risalto dai lineamenti e dai particolari che sono sempre modellati da una luce intensa e indagatrice. Nel 1594 è colpito da una febbre altissima che in pochi giorni provoca la sua morte. La fama di Tintoretto sarà riconosciuta solo nei secoli successivi, quando sarebbe apparso più evidente il suo contributo all’arte barocca.

Maria Teresa Goretti

Venerata come santa e martire dalla Chiesa cattolica. Nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, figlia dei contadini Luigi Goretti e Assunta Carlini, Maria era la seconda di sei figli. I Goretti si trasferirono presto nell’Agro Pontino. Nel 1900 suo padre morì, la madre dovette iniziare a lavorare e lasciò a Maria l’incarico di badare alla casa e ai suoi fratelli. A undici anni Maria fece la Prima Comunione e maturò il proposito di morire prima di commettere dei peccati. Alessandro Serenelli, un giovane di 18 anni, s’ innamorò di Maria. Il 5 luglio del 1902 la aggredì e tentò di violentarla. Alle sue resistenze la uccise accoltellandola. Maria morì dopo un’operazione, il giorno successivo, e prima di spirare perdonò Serenelli. Maria Goretti fu proclamata santa nel 1950 da Pio XII.

Maria Margotti

Attivista e mondina italiana. Dopo la morte del padre aveva trovato, giovanissima, lavoro come mondina e durante l’occupazione nazifascista aveva partecipato attivamente alla Resistenza nel Ravennate. Vedova di guerra e madre di due bambine, nel 1946 la Margotti si era impegnata come operaia in una fornace cooperativa di Filo di Argenta (Ferrara). Partecipò alle lotte sindacali per le sette ore di lavoro, il miglioramento del vitto, il rispetto della legge di collocamento, l’assistenza in caso di malattia.
Il 16 maggio 1949 oltre seimila braccianti e mondine si concentrarono nelle campagne provenienti dai vicini paesi per una manifestazione di protesta. Intervenne la polizia con un’azione di repressione particolarmente dura e violenta. Maria fu colpita a morte da una raffica di mitra.

La storia della scuola

L’Istituto Comprensivo “Lazzaro Spallanzani” nasce con l’ultimo Piano di dimensionamento scolastico del Comune di Venezia che risale al 14 gennaio 2013.